– MAROPATI L’OTTIMISMO NON È DI CASA –

Scrissi quest’articolo alle scorse tornate elettorali. Era l’inverno 2015, quasi un anno fa. Lo scrissi e me ne dimenticai completamente, come a dire il vero mi dimenticai di Maropati.
Fortuna che i fogli digitali non si riempono di polvere!!
Che ne sia stato di Maropati in questi mesi non lo sò, ma mi piacerebbe tanto scoprirlo… A breve vorrei ritornare, se hai tu delle notizie fresche ti prego di lasciare un commento in fondo all’articolo, grazie.
Quello quindi che stai per leggere è il racconto di qualcosa che forse non esiste più, non ti sentire preso in giro per questo: io lì ci sono davvero stato e questa è la mia parte di storia…

Giornalista a chi??

_MG_2632Ho appena il tempo di togliere il tappo dalla mia reflex, che sento difronte a me due anziani signori che borbottano “chi vinneru u fannu i giornalisti?” Usano il plurale.
Poso il tappo in tasca ( che uso quasi come un talismano) e sorrido pregustando la mia risposta.
“Buongiorno”dico.
Mi viene risposto come sempre nella Chijana, in maniera cortese ma circospetta.
“Uno sono, e neppure giornalista”.
“E allora chi siti?” Dice uno dei due, precisamente quello appoggiato all’Ape 50cc di quel blu mischiato a ruggine così caratteristico.
“Un Blogger” dico ogoglioso.
Si guardano. Guardano me, e si riguardano.
Silenzio…
Scoppio a ridere fragorosamente, cambio vocabolario e dico “Non capiscistivu veru???”.
L’uomo dell’Ape guarda l’altro come a cercare un aiutino. Alzano le spalle insieme e mi sorridono.
Ok, mi dico, sono entrato.

Il primo paio di scarpe

Trovo che gli indigeni siano una grande risorsa.
Scherzi a parte, quando arrivo in un posto che non conosco la prima cosa che faccio è chiedere informazioni a chi il posto lo conosce. Chiedere principalmente cosa ci sia

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da vedere, se ci sia o meno qualcosa che merita di essere ammirato.
Vengo investito in pieno dall’apatia più sconfortante. Rimango di sasso pronunciando solo lunghe vocali in attesa che qualcosa di sensato affiori nella mente, ma nulla.
No, a Maropati, secondo loro, non c’è proprio niente da vedere.
E io , mi chiedo, che ci sono venuto a fare?
Domando allora come occupino il tempo.
“Guardiamo le macchine che passano”.
Cerco di sdrammatizzare “E il sindaco non vi dice niente?”
Si guardano intorno e mi fanno segno di avvicinarmi. Chissà -penso- cosa mi vorranno dire.
“Il primo paio di scarpe, l’ho avuto a 16 anni. Avete capito, a 16 anni il primo; fino ad allora ho camminato completamente scalzo”.
Rimango totalmente spiazzato. Che cazzo c’entra? Dove diavolo é il nesso?
“Oggi abbiamo troppo. Abbiamo tutto, e la Calabria è il salvadanaio (“carusu” in dialetto) dell’Italia. “.
Inutile proprio cercare di recuperare il filo logico.
Adotto la modalità “silenzio-ascolta-annuisci“, vediamo dove vanno a finire.
Il nesso, mostratomi dopo un bel pò della solita narrazione di una magnifica Calabria post bellica, è che i politici sono fortemente ingordi, in pratica la causa di ogni male.
Faccio notare che la causa di tutti i mali é il pessimismo e che loro ne sono vittime mi viene risposto “Chistu u diciti vui, ma jeu sacciu chidu chi dicu”._MG_2670
E allora parte una lunga digressione che attraversa la storia degli ultimi 15 anni di vita Maropatese, che a sua detta ha un solo, unico, costante nome: quello dell’attuale sindaco.
Ecco, non solo sono ammalati del peggiore pessimismo possibile, ma anche di manie di persecuzione. Non può bastare un solo uomo a salvarli né a portarli alla rovina: è la soluzione più facile quella di guardare fuori dai propri vestiti, quella di incolpare uno soltanto, ma oggi non funziona (almeno non con me).
“Colpa della politica” dice , e la ‘ndrangeta in tutto questo?
A quanto pare, a sentire loro Maropati è l’unico paese che non ha questo “problema”.
Vorrei tanto crederci.

Ciò che non traspare

Mi accomiato da loro e dal loro fastidioso pessimismo, e decido di seguire la strada.
Finalmente incontro una chiesa. Dall’esterno sembra piccola, dato il modo in cui si è presentata la popolazione non mi aspetto nulla, ma ormai ci sono, tanto vale entrare.
Sulla soglia mi scontro con una signora. Ne approfitto per chiedere se valga la pena visitare la chiesa.
No, non ci posso credere, anche lei malata di apatia. Mi vuole far credere che nella chiesa non ci sia nulla da vedere, e quasi mi aveva convinto. Ci salutiamo.
E invece trovo una chiesa davvero bella. Pulita. Profumata. Tinteggiata e luminosa. Abitata da un numero notevole di statue, abbastanza da riempirla ma non tanto da affollarla.
Hai capito tu i Maropatesi che volevano tenerla tutta per loro?

Lo stafilococco del decadimento

Difronte la chiesa un tabacchino anacronistico, qualcosa di veramente “Terrone”. Non te lo descriverò per non rovinarti la sorpresa ma ti consiglio fortemente di andarlo a vedere di persona. Chiedo alla signora (foular nero in testa, abbinato al resto) una foto.
In risposta prende la scopa.
Scappo fuori divertito. Sacche di resistenza indigena: patrimonio assolutamente da tutelare._MG_2659
Continuo lungo la strada lasciandomi alle spalle la donna in nero e il suo dissenso.
Il due sembra essere il numero di Maropati: 2 macellerie, due bar, due generi alimentari e 2 chiese: In due sicuramente ci si sente meno soli.
Vicino la chiesa di Santa Lucia, su una panchina due anziani, un uomo e una donna, a sangue freddo riscaldano le proprie membra. Al mio passaggio l’uomo si alza. Oltrepasso la sede di Piana tv più una serie di consuete case vuote.
Ho gia usato tutte le parolacce concesse per articolo, quindi non so come descrivere tutta la mai rabbia per questo scempio.
LETTORE SE ALMENO TU SAI PERCHÈ I COMUNI CONTINUINO IMPERTERRITI A RILASCIARE NUOVE CONCESSIONI EDILIZIE NONOSTANTE IL GRANDISSIMO NUMERO DI CASE ABBANDONATE, ME LO PUOI SPIEGARE LASCIANDO UN COMMENTO IN BASSO?
Perché io proprio non riesco a sopportare questo decadimento.
Le case marciscono e corrodono chi sta intorno, come un ‘infezione della peggiore specie.

Pedinato

_MG_2649Basta ne ho abbastanza di immaginare il colore che avevano queste case, di sentire voci e di vedere persone, così torno sui miei passi.
Un signore fermo e un pò malconcio mi saluta.
Ricambio e gentilmente mi chiede il motivo della reflex.
Spiego che fotografo e descrivo i posti che visito nella Chijana,che parlo con la gente e racconto le loro storie.
“Quì storie non ce ne sono. Siete arrivato tardi. Dovevate venire 40 anni fa”.
Vince il premio “Pessimisti si Diventa” ed. 2015: Maropati!!
Capitano giornate storte, o forse il momento della mia visita non è dei migliori, ma possibile che la vita per un pensionato sia così brutta? Possibile che ad un certo punto in poi della vita si vive costantemente proiettati nel passato? Possibile che Maropati sia un paese in fase terminale?
Lo so, caro Signore che una volta il suo commercio era fiorentissimo, che aveva molti clienti nella Chijana, che era molto conosciuto e rispettato, che era in salute e guadagnava bene. Lei però, come quegli straordinari uomini e donne del suo tempo, avete pensato solo a lavorare e a fare palazzine con mattoni a vista. Avete passato 11 delle 12 ore di luce a spaccarvi la schiena e ad assentire a questo o quel padrone: il sindacato è il posto dove vi compilano i bollettini dei versamenti e basta.
Vi siete sposati con una donna portandone nel cuore un’altra solo perché magari suo padre non vi gradiva.
Tutta la comprensione possibile, ma dobbiamo andare oltre. Il vossro tempo l’avete vissuto, a vostro modo certo, ma non era migliore di questo e non eravate migliori voi! Era solo una diversa manifestazione di un egoismo ottuso che è straordinariamente rimasto invariato.

Le tre commari

Una piazzetta ampia, con una chiesetta privata(crollo previsto entro l’anno) mi fa pensare che i soldi pubblici vengono usati in maniera sporadica ( sull’avveniristico ponte dirò a breve)ma almeno qualche tentativo viene fatto.
_MG_2655Tre donne anch’esse al sole, nel vedermi si bloccano. Provo un pò di vergogna e avanzo a testa bassa. Domando della chiesetta. Mi giro per indicarla, ma quando ritorno su di loro con lo sguardo, delle tre che erano ne è rimasta una.
Signora simpatica, capelli tra il biondo ed il bianco, fumatrice e nonna, mi dice che la chiesa abbandonata è privata e sta cadendo a pezzi come il resto di Maropati.
Ho le palpitazioni.
“Possibile – chiedo -che non ci sia nulla quì per cui valga la pena rimanere?”
La signora ci pensa e mi dice “Si: l’estate ammazziamo le mosche e l’inverno guardiamo la televisione”.
Chiedo se in estate le cose cambiano,se l’Amministrazione propone attività.
Lettore, parte nuovamente il discorso del monopolio Amministrativo, ma non lo scrivo altrimenti si penserà che vengo pagato per parlare male del Sindaco & Son. Lascio cadere volutamente l’argomento politica: parliamo di ‘ndrangheta.
La signora conferma: a Maropati la ‘ndrangheta non esiste,e quella che c’era ha preso tutti i soldi e li ha investiti al nord. Su come o quali soldi la signora non dice e io non domando.
Ripasso mentalmente i temi caldi e ne rimane uno solo da trattare: immigrazione.
La signora è chiara: i rumeni non le piacciono e a quanto pare se ne sono andati. Rimane una sola famiglia di Marocchini dice, ma a suo giudizio sono arretrati.
Chiedo perché e mi racconta che il padre di famiglia ha mandato a scuola la figlia, ma quando è stato il momento di farla lavorare con un buon contratto e in posti importanti ( hai capito la signora quante cose sa…) si è opposto. Era sinceramente sbigottita.
“Signora – parte la mia ruga sarcastica – ma vostro padre vi avrebbe mandato?”
Cuiiii me Pathrj??? Assolutamenti!”
Appunto signora cara, lasciamoli crescere.

Grandi( inutili ?)opere

Potrei lasciare semplicemente la foto ed il titolo del paragrafo ed il resto lo metti tu, ma finirebbe che attiro una vera e propria polemica inutile ed una serie di querele che non ho i mezzi per affrontare a dovere. Quindi per mitigare la mia posizione descriverò quello che IO penso di aver visto: un bel ponte nuovo. Un tocco di moderno ad un contesto demoralizzato. Servirà sicuramente per il passaggio dei TIR, o come pista di atterraggio, o per non intasare il traffico cittadino.
Aspetta lettore, forse c’era e l’hanno restaurato in tal caso dimentichiamo tutto e lasciamoci quello che ho scritto alle spalle. Se invece non c’era, rimane da dire che “DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM” quindi mi congratulo personalmente con ingegneri firmatari e affini.

Colpo di grazia

Arriva l’ora del secondo caffè della giornata.
Entro nel Bar, occhiataccia alla reflex( prendo nota: comprare un 24mm serie Ef-s e optare per una tracolla anonima) corro ai ripari precisando di non essere un giornalista ( altra nota: farsi fare da tonino  una maglietta con su scritto “NON sono un giornalista”).
Bar con un unico avventore che vedendomi però paga e se ne va.
Un giovane, sicuramente meno degli anni che dimostra, mi prepara un ottimo caffè. Ciò mi incoraggia, vuoi vedere che quì la musica cambia?
No: per lui “Maropati è morta.”_MG_2660
È morta, porca miseria, perché ne avete scritto l’elogio funebre in anticipo!!! È morta perché vi siete tutti ammalati.
Tiro in ballo le prossime elezioni amministrative. Segue una lunga e articolata risposta : ” io non vado a votare. La politica non serve, tanto saliranno sempre loro”(loro io non so chi possano essere ne sto sottintendendo nulla nda)”ognuno vota per se: se io mi candido voto per me se ti candidi tu voti per te. Rimango aperto solo perché non so dove andare. Qua si invecchia e il tempo non passa mai.” Mi ricorda una scena del terzo episodio di ” I Pirati dei Caraibi” quando i pirati seduti a consiglio, votano ognuno per sé, tranne il buon Jack Sparrow che sovverte la tendenza sbloccando di fatto la situazione di stallo. Chissàchi sarà il Jack Sparrow di Maropati, l’uomo (o gli uomini) che daranno scacco allo stato depressivo.
Mi sarebbe piaciuto incontrare i candidati e chiedere, sperando in una risposta franca ” Come dannazione pensi di cambiare i tuoi concittadini? Impianterete nuovi cervelli o regalerai copie de”il piccolo principe”?
Sono curioso di vedere che sarà di Maropati questo paesino incastonato su un’altura della Chijana caduto preda del pessimismo.

Commenti

  1. Alessandro

    Quello che hai percepito nei maropatesi è un po’ il morbo che ha affetto la maggior parte dei calabresi, il pessimismo cronico è insito nella nostra cultura, un uomo non diventa tale se non adotta un simile modo di vedere la vita, e una donna non sarà mai una donna come si deve se non si asseria e non vive secondo il canone calabrese.
    Detto questo, hai svolto un lavoro perfetto nel descrivere quello che hai visto! Sono stato solo due volte a Maropati, ed entrambe le volte non ho esplorato il paese come hai fatto tu.
    Grazie per avermi linkato questo articolo, mi hai fatto sorridere con la tua opinione su quel meraviglioso ponte! Ciao, Domenico, se dovessi sentirti a corto di idee su quali paesi visitare scrivimi senza esitazione, posso consigliarti tantissimi posti che meriterebbero di essere descritti da te.

  2. Andrea

    Ho letto con piacere questo articolo che parla del mio paese, un pò perché mi interessava il punto di vista di uno che non lo vive, un pò perché la prima considerazione è stata: “Ma davvero Maropati ha suscitato la curiosità di qualcuno?”.
    Devo dire che hai colto in pieno l’essenza di questo posto, forse dovrei sentirmi rammaricato nel constatare come quasi tutti i miei compaesani preferiscano la tattica del lassismo cronico, forse dovrei incazzarmi a quel famoso “qua non c’è niente” che ripetono rassegnati anche ai pochi turisti che scendono ad agosto. La verità è che mi è scappato un sorriso, perché la signora della chiesa la conosco bene, diffidente per natura, così come la vecchietta del tabacchino (a cui una volta ho salvato il misero incasso della giornata che faceva gola ad un albanese), così come la bionda della chiesetta/rudere, all’interno della quale si trova una sorta di cripta sotterranea (parecchio angosciante per chi come me ha avuto il coraggio di entrarci). Forse è vero, Maropati è un paese morto, terra bruciata dove chi apre un’attività viene considerato un rivoluzionario, perché se fino agli anni ’90 era un posto ridente con quasi 2000 abitanti oggi è una fotocopia ingiallita con neanche 800 anime…Sarò sincero, il ponte avveniristico fa molto comodo ma con il contorno non c’entra un cazzo! Ma di questo te ne sei già accorto…Ogni 10 case ce ne sono 7 disabitate, la desolazione regna sovrana e nei mesi invernali alle 3 del pomeriggio non trovi una persona manco col GPS, posso dirti però che questo posto qualcosa di magico da mostrare ancora ce l’ha, ma solo per chi sa vedere oltre! Ulivi secolari dove non ti aspetteresti di trovarne, fontane del dopoguerra ogni 500 metri, mulini diroccati, vigneti nei giardini, vicoli stretti dove è già tanto se in estate ci passo con la moto, e proprio lì, quando pensi: “Non può essere già finito il paese”, campagne a perdita d’occhio, perché ci manca davvero solo il mare (ma tanto vicino al mio amato campo sportivo dove la domenica vado a sputare sangue c’è la piscina semi-olimpionica). Maropati potrebbe essere una meravigliosa cartolina anni ’40 proiettata ai giorni nostri, il problema è che chi ci abita agli anni ’40 c’è rimasto davvero, almeno per quanto riguarda l’elasticità mentale, ma a me non sta bene. Perché è vero, a 25 anni con il lavoro che faccio potrei anche andare fuori dall’Italia vista la richiesta, però ho scelto di restare qua a fare l’OSS e come ogni squilibrato che si rispetti lavoro a Maropati (e si, perché abbiamo anche 2 enormi case di cura per disabili mentali, in pratica qua sono più i pazzi che quelli sani), e se un giorno dovessi trovare lavoro altrove probabilmente la sera tornerei a dormire qua, a casa mia, perché non è il paese ad essere morto, sono le persone con il loro: “una volta Maropati, ora non più” il vero cancro di questo meraviglioso scorcio di decadenza…P.S. Il caffè è pagato! 😉 Andrea.

  3. Fabiano

    Caro il mio blogger sei venuto in una tra le più piccole comunità che potrai trovare nella provincia, gli anziani signori che hai descritto all’inizio sono 2 contadini, che ti prendevano un pó in giro. Il ponte è stato restaurato perché in un pessimo stato, io penso che una volta che si fa un lavoro bisogna farlo per bene. Poi magari prima di venire in un posto si informi perché la chiesetta di cui parla ha circa 1300 anni in realtà solo che essendo privata nessuno ha il diritto di restaurarla e i proprietari non rientrano in Italia da molti anni, la invito a contattarli e a convincerli. La chiesa di cui ha descritto l’interno ospita una statua di San Giorgio a cavallo, grandezza natuare, del 1700 di una bellezza sbalorditiva. In quanto alle nuove concessioni insensate a fronte dei vecchie casette del centro storico le dico semplicemente di venire lei a restaurarle per suo conto perché qualsiasi persona sensata non lo farebbe dati i costi spropositati in relazione alla costruzione di una casa nuova, considerando anche la dimensione delle suddette casette e vincoli posti dalla legge sui restauri dei centri storici. Abbiamo una piscina semi-olimpionica coperta che porta clienti da tutta la regione, abbiamo un campo sportivo con dimensioni regolamentari e tribuna coperta.
    Dimenticavo una cosa importante. Quando ha fatto le foto al ponte non ha notato quella grossa struttura gialla??? Considerato il bacino di utenza quella una merivigliosa struttura scolastica con un moderno impianto fotovoltaico come se ne trovano pochi nella provincia. Il nuovo edificio municipale con la piazzetta adiacente che mi sembrano tutt’altro che squallidi non mi pare li abbia menzionati. Se le può interessare siamo l’unico paese che ha tutto l’impianto di illuminazione pubblica a LED per l’alta efficienza energetica, eccetto che nel centro storico dove è vietato per legge. Chiudo il mio commento con una statistica: Maropati nel 2014 era il paese con la più alta percentuale di laureati della provincia, questo spiega buona parte dell’emigrazione dato che in calabria la meritocrazia è morta. Ma che le dico a fare queste cose a lei… A lei bastano mezza giornata in un posto e parlare con 4 persone per poterlo descrivere in modo esaustivo. Beato lei che ha queste capacità che noi comuni mortali possino solo sognare. Detto questo le faccio i complimenti per le foto, davvero belle (nessuno sarcasmo). E la saluto con una domanda, visto che le usanze e i costumi di queste popolazioni indigene la stupiscono sarei curioso di sapere da quale cittadina viene lei.
    Grazie per la sua visita al nostro comune, spero torni presto e se lo farà mi avverta, sarò felice di farle da Cicerone.

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