Bisogno di capire
Quando ero bambino mia nonna non mi faceva giocare con Abdighani.
Io ci giocavo lo stesso e nessuna delle due cose è bella da dire, ma è la verità.
Il pomeriggio mangiavo il panino del panificio sotto casa con salame e formaggino e lui non poteva, e per me questa cosa era inconcepibile. Non poteva perché Abdighani era Musulmano, Marocchino della prima ora, figlio di quei primi audaci migranti che venivano in Italia in cerca di un futuro migliore per se e per i propri figli.
Non conservo molti ricordi se non le gare fatte con gli aerei di carta. Il suo “modello” è quello che uso tutt’ora quando mi ritrovo con un foglio di carta in più e tanta voglia di volare.
Cosa è cambiato oggi
In quei giorni alle nostre mense si serviva (inconsapevolmente) prosciutto anche ai bambini musulmani. Allo stesso modo si offriva come gesto di cortesia alcolici agli adulti e si guardava di sott’occhio chi indossava il velo.
Oggi invece si rimane colpiti dalla quantità di donne velate, coperte dalle lunghe e ricercate vesti tipiche dell’Islam. Le si vede spingere passeggini con simpatici e sorridenti bambini, mentre contrattano sommessamente sul costo delle verdure. Le ritroviamo numerose ad attendere l’uscita dei propri figli da scuola. Insomma, Cittanova meglio di altre vicine, accoglie l’Islam.
Certo ancora resiste qualche sacca di inconsapevole ignoranza. Il responsabile della comunità Islamica mi confida sorridendo, che un giorno all’ufficio postale chiesero a sua moglie se indossasse il velo perché sottoposta a chemioterapia.
Fortunatamente le cose sono cambiate: non si parla più di bisogno di integrazione perché , come racconta la stessa comunità Islamica “a Cittanova si vive bene, noi lavoriamo e i nostri figli giocano con i vostri abbiamo una moschea e preghiamo, ed é pregare l’unica cosa importante”.
Per capire il problema Isis, per avvicinarmi il più possibile alla fonte, devo recarmi necessariamente da chi l’Islam lo vive quotidianamente. Decido così, semplicemente, di prendere l’ombrello la reflex ed il foglio digitale e di recarmi presso il locale centro culturale.
Superata l’iniziale diffidenza del tutto comprensibile ,vengo infatti esortato con un brusco ed inequivocabile gesto ad accomodarmi all’esterno della struttura, trascorrerò molto tempo a parlare con un gruppetto eterogeneo di Musulmani, che nonostante qualche ovvia incomprensione linguistica, si dimostra alla fine molto cortese: dove le parole mancano si compensa con i gesti.
ISLAM vs ISIS
“È un brutto periodo per noi, la diffidenza è normale” si scusa il portavoce della comunità Islamica di Cittanova, e aggiunge anticipando ogni mia domanda ” l’isis non è l’Islam“.
Qui crolla un mito. Trattengo il fiato, e sento la necessità di approfondire. Chiudo il Tablet: la persona che mi sta difronte merita tutta la mia attenzione, fanculo agli appunti, bisogna improvvisare se voglio capire davvero.
“Se Islam significa pace” mi spiega ” significa che non ama la guerra”. Concetto interessante ma ,in effetti non assoluto, nel tribunale della storia questa difesa non potrebbe funzionare a lungo. Chiedo di approfondire l’idea e lui tocca un nervo scoperto portando come esempio la ‘ndrangheta. Mi chiede se secondo me solo perché esistono alcuni mafiosi, é giusto dire che la calabria lo è interamente.
“No, la calabria non è mafiosa”rispondo con fermezza.
“Spiegalo ad uno che non parla italiano e che non sa nulla della vostra cultura”.
Certo la cronaca nera in italia non è fatta di missili terra aria, di postazioni contraeree, di decapitazioni e crocifissioni nella pubblica piazza, anche se in quanto a crudeltà è uno scontro alla pari.
Comincio a capire. Ma ancora qualcosa non torna.
Faccio notare che il popolo è festoso nei filmati divulgati. In questo punto si irrigidisce e guardandomi dritto mi dice che solo il 30 massimo 40 percento della popolazione è d’accordo con i criminali di Abu Bakr Al Baghdadi.
I numeri non ingannano mai, e di certo il gruppetto che si è formato intorno a me è concorde con questa stima. Chiedo allora dove sia il 70 percento e perché tace.
La risposta arriva a denti stretti, un boccone troppo amaro da ingoiare: il 70 percento della popolazione ha paura e fame, trema in silenzio e sopporta nella speranza di prolungare per quanto possibile la propria vita.
Sommersi dalle News & Co
Comincio a capirci qualcosa in più ma siamo ancora lontani dalla comprensione totale.
La cosa chiara al momento è una:
Isis no islam
E come si è arrivati alla proclamazione dello stato Islamico (IS Islamic State)?
Viene tirata in ballo la democrazia. (Ritenendolo fortemente sconveniente non mimo una di quella faccine perplesse così di moda su WA nonostante lo avessi voluto).
Uno degli interlocutori si affretta ad aggiungere che il suo è un parere personale, ma mi fa notare come l’avvento della democrazia nei paesi arabi retti da un regime autoritario abbia in realtà destabilizzato fortemente la società di quei paesi,e mi sorprende dicendo che il diritto umano non è necessariamente accompagnato da uno stato democratico, ecco, questo si che potrebbe funzionare nel tribunale della storia.
Sulla povertà di quei paesi, Syria ed Iraq (che pronuncia in lingua araba) non ha dubbi. Dice che è totale, fame vera, sete, disperazione.
“Mi è stato detto che amici di amici di conoscenti” dice uno di loro ” sono partiti per il fronte in Syria. All’andata erano entusiasti, ma davanti al fuoco e all’orrore dell’ IS hanno rimpianto la propria casa”. L’arruolamento nell’isis non prevede recessioni di alcun tipo. Avanza così la teoria che i combattenti vengano retribuiti, e che la dottrina vera e propria c’entri poco.
No, caro lettore, loro, in 4 difronte a me, non sapevano dell’articolo di la Repubblica che ha svelato i retroscena della Milizia Is . Alle mie parole, proprio su droga, sono stato subito interrotto. Uno di loro mi racconta di quando faceva il “vucumprà” vendendo abbigliamento fra le vie dei paesini. Mi ha raccontato con un largo sorriso di come le vecchiette gli regalassero del di vino e lui non potendolo rifiutare per cortesia,lo prendeva per poi regalarlo ai propri vicini. Mi dice che non possono nemmeno bagnarsi le labbra con l’alcool, figuriamoci droghe sintetiche o naturali che siano.Evidentemente non ha chiaro che tutti i commando e le milizie estremiste fanno abbondante uso di droghe per fronteggiare a loro modo, lo stress e le vessazioni a cui la guerra li sottopone.
Ne spiego quindi la funzione : alla parola “stupro”, quando il fine del farmaco viene svelata le facce si fanno molto buie.
Evidentemente “stupro” è una parola che fa schifo dappertutto.
Insomma, in conclusione?
Credo vi sia una grande importanza per tutte le parti coinvolte,nel raccontare questa storia. Perché anche tu come me ti starai chiedendo cosa c’entri l’Islam in tutta questa storia. Ho chiesto molto altro ancora e ho chiesto tanto finché non ho capito a fondo il concetto che di volta in volta mi veniva espresso. Mi sono fatto un’idea:
-Credo che un’analisi completa la si potrà fare solo alla fine del fenomeno, come lo è stato per tutti i regimi, solo allora saranno ben visibili le strutture nascoste che l’hanno mosso;
– per quello che è dato conoscere al momento e in questa parte della Calabria, nessuno vuole saltare in aria e anzi un Jihadista sarebbe fermato dalla stessa comunità Islamica, qui nessuno supporta l’Isis. Nessuno da queste parti, e nessuno almeno dotato di buon senso sostiene economicamente il califfato con l’invio di denaro (www.analisidifesa.it)
– Quella che sta espandendosi NON È una guerra fra religioni. Cristiani e Musulmani vivono a Cittanova gomito a gomito, non si fanno la guerra, ne si ostacolano nelle rispettive funzioni religiose. Da quello che stiamo vivendo la convivenza è possibile (e magari attuabile col nostro stesso modello).
-L’ISIS non promuove il corano ma giustifica le proprie mire economiche con una sua errata interpretazione.
– Il popolo dei territori occupati rigetta nel proprio cuore il Califfato, ma non possiede forza e mezzi per far sentire il proprio dissenso.
– Il fatto che noi occidentali siamo più informati sull’isis degli stessi arabi, mi induce a pensare che si sta preparando una grossa offensiva che sarà crudele nei confronti degli innocenti. La sovra informazione ha lo scopo di mobilitare le coscienze europee verso l’accettazione di misure drastiche e dolorose che andranno a penalizzare principalmente i deboli.
-L’ISIS è un problema per i Musulmani molto di più rispetto a quanto lo sia per noi.
Requiem per la povera nonnina
Gli anni sono passati, e la nonna è andata via, io sono cresciuto e Cittanova anche. La comunità Islamica è aumentata e gode di buona salute. Sono ormai alla terza generazione fatta di bambini nati quì che sanno cantare l’Inno di Mameli , mentre disconoscono del tutto quello dei loro paesi di provenienza. Mi piacerebbe avere dei dati precisi, ma al momento non sono riuscito a reperirli.
Al mio arrivo alla Moschea ho trovato circa trentacinque uomini ed una bambina , intenti ad invocare su di loro e le proprie case la misericordia di Dio. I loro figli giocano per le strade con i nostri e in alcuni periodi dell’anno Cittanova profuma di Couscous e spezie.
Credo che il modello Cittanovese si possa estendere ad altri paesi, e credo che per guardare con serenità al futuro, bisogna capire il presente e per farlo bisogna allacciare le scarpe e andare.
Bisogna parlare con le persone, bisogna essere curiosi e non avere vergogna: non vi è tempo da perdee se vogliamo scongiurare il peggio, e per farlo, bisogna accendere una luce su ciò che è buio.
Vorrei concludere con le parole di Nardhin, giovane e risoluto muratore Polistenese
Il discorso, come si suol dire, non fa una piega.