Chiunque di voi condivide con me la passione per la fotografia, è stato accarezzato almeno una volta dal desiderio di partecipare ad un concorso fotografico. Cosa del tutto naturale, scontata credo, in virtù non tanto di questo o quel premio in palio, quanto dalla voglia di avere una risposta oggettiva a questa domanda: Quanto è bella la mia foto? Solo che dopo aver partecipato ad un paio di contest ed aver sfiorato il podio per un pelo, è naturale non provare più tanto entusiasmo…
E allora che fare? Rinunciare al concorso sarebbe come chiudersi in una stanza 2×2 tappezzata da mie foto e non uscirne mai più, oppure, partecipare con un’idea che se non garantisce la vittoria almeno mi qualifica fra i più volenterosi.
Di quale concorso parlo? Lo scoprirai continuando a leggere, ma prima non dimenticare di aiutarmi a crescere come blogger mettendo un “mi piace” sulla mia pagina Facebook o diventando follower su Twitter. Sono piccoli gesti, ma servono a farmi capire che quello che sto facendo ti piace e che così cerchi di incoraggiarmi a proseguire.
Adesso ti svelerò come nasce una mia foto e condividerò con te la mia esperienza.
Pronti? VIA!!!
“Fotografa la più bella”
Poche associazioni di mia conoscenza sono cresciute con così tanta proporzionata costanza quanto la Fondazione Carlo Ruggiero. Sono partiti veramente con poco, ma sono andati maturando di anno in anno senza mai una lamentela o una qualche paesana diceria. Oggi “Cittanova Floreale ” è un appuntamento imperdibile per tutti i vivaisti ma sopratutto per “noi” che con ansia aspettiamo di poter comprare la pianta che l’anno scorso ci era sfuggita per un soffio, o che magari è rimasta nei nostri pensieri per 12 mesi. Quest’anno la Pro-fondazione ha ben pensato di indire un concorso fotografico oltre ad una serie di allettanti iniziative collaterali. Il tema (molto ben ideato) era “Fotografa la più bella”, lasciando in verità molto spazio alla creatività. E allora come non provare a mostrare il mio punto di vista affidandomi alla mia Canon?
Il buongiorno che si vede dal mattino
Io ho due mantra che mi accompagnano nelle avventure fotografiche. Sono contento di condividerli con te, e se ti piacciono usali pure (ma ricorda di citarmi, io farei lo stesso con te). Il primo è :
Questo è quello che faccio tutte le mattine, la mia routine. Farlo mi ricorda che devo essere sempre pronto a riempire il fotogramma in qualsiasi momento o circostanza, perché non sai mai quando sta per arrivare una foto meravigliosa. Pur essendo sempre pronto non bisogna dimenticare che esistono cose ben più importanti della fotografia. Il rispetto per ogni forma di vita e il loro diritto alla privacy è qualcosa che bisogna sempre pretendere.
Il secondo lo uso quando appoggio l’occhio al mirino ed è :
Beh, svelandoti questo mantra ti sto rendendo partecipe di tutto il mio workflow, fanne buon uso:
Pensa in maniera diversa mi obbliga ad arrivare con largo anticipo e ad andarmene per ultimo. Mi impone di osservare molto e da ogni punto e solo dopo prendere la reflex.
Scatta in maniera unica mi ricorda che quello che deve succedere è una sovrapposizione tra l’obbiettivo e ciò che vedo davvero. Così mi ricordo che devo investire molto più sul piano emozionale che sull’attrezzatura.
Sviluppa in maniera audace mi ricorda che se voglio qualcosa di unico devo farlo con mezzi diversi quindi un secco no ad Adobe.
Il mio approccio
Avendoti svelato i miei mantra non mi resta che raccontarti come è nato il concetto che fa da filo di Arianna alle foto. L’idea di base era cercare qualcosa che celebrasse la natura ma legata strettamente all’evento. Ora sarai d’accordo con me nel fatto che la natura celebra se stessa in ogni istante e che non ha bisogno dell’uomo, tutt’altro. Fiori piante e animali sono oggettivamente meravigliosi, ogni intervento in tal senso credo sia superfluo (ma a volte questo approccio può dare risultati sorprendenti). Quindi, mi sono detto, se voglio mostrare la “più bella” devo raccontare le persone che fanno in modo con la loro arte di rendere questa sconfinata bellezza comprensibile al compratore. Ho voluto quindi mostrare le persone che dedicano la loro vita a questo scopo. Il merito della riuscita di una tale iniziativa non è solo organizzativo: la presenza degli espositori è egualmente vitale.
“Stop al tele voto”
Dopo tutto questo parlare faccio una magra figura a dirti che in nessuna delle foto presentate ho superato i 10″ mi piace”, ma se sei stato davvero attento ti sarai accorto che mi sono molto divertito e che faccio tesoro di ogni esperienza. Il successo non è dato da fattori casuali, ma da tante piccoli mattoni che si acquisiscono solo sbagliando. Non aggiungo nulla riguardo le modalità di voto e gli inviti giunti via social, come al fatto che in realtà le foto non erano poi così tanto anonime, questo è un aspetto migliorabile quindi inutile fare “polemica”. Un giorno un fotografo professionista mi ha definito come “uno che fotografa con mazzetta e scarpedu” aggiungendo che se continuo così non farò mai il salto di qualità. Ha ragione, nulla da obbiettare, nemmeno frasi stizzose di un banale senso di rivalsa: ha detto il vero. Ciò nonostante mi continuo a divertire come un bambino, e questo al momento, è l’unica cosa che conta.
E se segui i miei mantra e i miei consigli, forse non diventerai un fotografo professionista, ma ti assicuro che vivrai immerso nella emozioni e ciò farà di te un appassionato autorevole.